martedì 6 novembre 2012
Si inaugura venerdì 9 novembre alle ore 18.30 nella sede EnAIP di Pordenone l'esposizione di grafica, disegno e incisioni d'arte di Claudia Contin
Si inaugura venerdì 9 novembre alle ore 18.30 nella sede EnAIP di Pordenone l'esposizione di grafica, disegno e incisioni d'arte di Arlecchino Claudia Contin, dal titolo
"Horror vacui.
Dolci torture del segno sulle pagine dell'anima"
Le opere saranno esposte fino al 31 gennaio 2013 a disposizione dei visitatori in orari compatibili con le attività del Centro EnAIP e in presenza degli operatori.
L'autrice:
Claudia Contin, conosciuta e amata in tutto il mondo come Arlecchino, è la prima donna ad interpretare con continuità sin dal 1987 il ruolo maschile di una delle Maschere più famose e amate della Commedia dell'Arte italiana. Con Ferruccio Merisi ha fondato a Pordenone nel 1990 la Scuola Sperimentale dell'Attore. È autrice di testi teatrali e di saggi teorici, tradotti in quattro lingue. A fianco e a supporto dell'arte dell'attore, coltiva l'arte figurativa come pittore, grafico-performer e scenografo. In questo campo il suo esperimento più importante è il linguaggio gestuale ricavato dalla pittura di Egon Schiele, che l'ha portata ad incontrare numerose collaborazioni in campo anche musicale, figurativo ed intellettuale.
La mostra, nelle parole di Ferruccio Merisi, dello Studio d'arte e artigianato "Porto Arlecchino":
"Horror: sta per "paura", o di più, ripugnanza, disprezzo, panico, inquietudine, sgomento, angoscia… Vacui: significa "del vuoto", del nulla, dell'ammanco, del vano, del non senso… Claudia Contin Arlecchino ci guida, con le sue raffinate incisioni […] ad incontrare i temi del mistero, in anime tormentate tanto dall'introspezione e dall'autoanalisi, quanto da una stuporosa ed affamata curiosità verso l'altro-da-sé e verso le infinite dimensioni della realtà. Ed è proprio dalle meticolose evoluzioni della loro variegata ed inarrestabile complessità, che i temi del "mistero" ricavano uno statuto di drammaticità e di dolore, diventando veri e propri "misteri dolorosi", atti a tormentarci e a pacificarci insieme, in un infinito e delicato vibrare di emozioni".