14 maggio 2012
di Pietro Spirito
TOLMEZZO Poesie, lettere, filmati, persino ricette di cucina. Voci dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, che nell'ambito del progetto Città Viola ideato dalla cooperativa Duemilauno agenzia sociale e finanziato dalla Regione ha avviato su internet il sito www.cittaviola.com, una vera e propria finestra aperta sull'istituto di pena che ospita 280 detenuti fra comuni, a stretta sorveglianza e sottoposti al 41 bis. Si tratta in maggioranza di appartenenti alla criminalità organizzata, per lo più aderenti alla 'ndrangheta, alcuni dei quali ergastolani. Nonostante quello di Tolmezzo sia un carcere tra i più blindati d'Italia, le attività di assistenza, formazione e recupero che si svolgono al suo interno sono d'avanguardia, e coinvolgono numerosi enti e istituti come lo Ial, il Cefap, l'Enaip, il Centro servizi e spettacoli (Css) di Udine. Sono attività molteplici articolate in corsi scolastici e professionali (sono attive la scuola media e la scuola superiore con l'istituto Solari di Tolmezzo), laboratori artistici e persino una serra, che coinvolgono ogni giorno non meno di 150 detenuti. Insomma un carcere modello, che ora per la prima volta in regione apre una finestra multimediale nel vasto mondo del web. Nel sito si trovano racconti, poesie e lettere scritte dai detenuti, cortometraggi e filmati - sempre realizzati dai "ristretti" - che affrontano temi di attualità come la guerra in Libia e l'Albania. Espressioni dove non mancano leggerezza e un tocco d'ironia, come nei brevi filmati (nella sezione "comunicazione") dove alcuni detenuti illustrano a voce e con immagini animate le ricette dei piatti che si cucinano in cella: dal pescespada alla marinara alla pasta con cavolfiore e acciughe. «Il sito di Città Viola è un progetto decisamente innovativo per la nostra regione», spiega la direttrice del carcere Silvia Della Branca, che non nasconde i problemi derivati dal sovraffollamento della casa circondariale. «Anzitutto - dice ancora la direttrice - i detenuti imparano l'uso della macchine multimediali (ovviamente è interdetto l'accesso diretto a Internet, ndr), e poi è la prima volta che proprio attraverso la multimedialità il carcere si collega con l'esterno». «Tutto quello che c'è nel sito - interviene Sergio Serra, ideatore e responsabile del progetto per l'Agenzia Duemilauno - è stato interamente prodotto all'interno della casa circondariale: immagini, racconti, poesie, cortometraggi video sono frutto di un laboratorio svolto da un gruppo di detenuti della sezione alta sicurezza assieme a un educatore della nostra cooperativa e a una formatrice video-designer del laboratorio multimediale Head made lab, Cecilia e Teresa Donaggio, di Trieste». La prima attività del laboratorio Città Viola è stata quella di dipingere di viola, appunto, i muri della stanza (ex deposito di verdure) assegnata. «Abbiamo impiegato -racconta Serra - più di un mese per far capire agli otto detenuti che hanno partecipato al progetto cosa stava succedendo e cosa "volevamo" da loro». «Noi non volevamo fare alcun corso - aggiunge Serra - ma sviluppare idee, pensieri, racconti e progetti da mettere a disposizione di tutti, da dentro a fuori». ©RIPRODUZIONE RISERVATA