Giornata della memoria 2016
Giornata della memoria 2016
Giornata della memoria 2016
mercoledì 27 gennaio 2016

Per non dimenticare. 


Sono trascorsi 71 anni dal giorno nel quale il campo di Auschwitz fu liberato da soldati dell'Armata rossa sovietica. È questa la ragione per la quale, il 27 gennaio di ogni anno, ricordiamo la tragedia della Shoah, ovvero il processo di eliminazione degli ebrei d'Europa. Ma anche la deportazione di milioni di oppositori politici del nazismo, di zingari, omosessuali e testimoni di Geova che, a sua volta, ebbe spesso per risultato la morte in un campo di quello che è stato definito "l'universo concentrazionario nazista".

Furono 6 milioni gli ebrei sterminati nel corso di grandi azioni di massacro di massa, nei ghetti istituiti nella Polonia annessa e in quella occupata, ma anche in altre regioni d'Europa e, da ultimo nei campi di sterminio: luoghi progettati per la sola ed esclusiva eliminazione di uomini e donne, giovani e vecchi, bambini, neonati, persone disabili contro le quali, in Germania, era già stato messo in atto un processo di eliminazione, interrotto per le proteste di coraggiosi uomini di chiesa, cattolici e protestanti, ma segretamente proseguita nei campi.

Degli impianti destinati allo sterminio, Auschwitz Birkenau fu il più noto, il più grande e quello dove si registrò il maggior numero di vittime. Un orrore, fatto di impianti a gas, di forni crematori per eliminare i corpi delle vittime, non senza utilizzarne quelle parti che in qualche modo potevano risultare utili all'economia della Germania nazista e ai destini del cosiddetto Reich millenario. Ma fatto anche di una radura dove, quando i forni non funzionavano perché sovraccarichi, le vittime venivano eliminate con modalità più dirette e poi bruciate a cielo aperto. In quella radura di Auschwitz Birkenau la terra è ancora color cenere.

Per non dimenticareIl progetto atroce di Hitler e dei suoi solerti collaboratori - tra quali, lo ripetiamo, annoverata anche l'Italia fascista che nel 1938 aveva varato una legislazione razziale antiebraica - non poté essere portato a compimento; le sorti di una guerra che infuriava in Europa dal 1° settembre 1939 per estendersi poi a vaste aree del pianeta, videro il progressivo arretramento delle armi nazifasciste, fino alla fine dei due dittatori che quella guerra avevano voluto. Ciò poté accadere anche grazie al coraggio di uomini e donne che si erano opposti a quei regimi, prendendo anche le armi e pagando, non di rado, con la vita la propria scelta di libertà e la decisione di mantenere dignità al proprio essere.

Simili tragedie, ma anche gli slanci di generosità che le accompagnarono non meritano davvero di essere dimenticate, non perché la conoscenza di quei fatti possa automaticamente far sì che non si ripetano più, ma perché ciascuno di noi avverta la propria responsabilità di fronte alla società nella quale viviamo, ai nostri simili, siano essi nostri connazionali o provengano da altre realtà, professino la nostra stessa fede o le nostre idee politiche o altre. Solo con senso di responsabilità, infatti, potremo costruire un mondo migliore e più giusto, memori di quei fatti e fiduciosi nel nostro futuro, se sapremo basare le nostre esistenze su amore e disponibilità per chi, per quanto apparentemente diverso da noi, ci sta accanto, bussa alla nostra porta, ci chiede magari, soltanto un sorriso o una parola di conforto.

Erica Mastrociani
Presidente ACLI FVG / Enaip FVG



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