Nell’icona dipinta da Lidia Sauli Marovich, che si trova nella cappella di S.Leopoldo Mandić a Domio-Domjo nel Breg di Dolina, S.Dorlogo della valle a Trieste, iniziando da sinistra troviamo: S.Olga nonna di S.Vladimir con i figli morti martiri S.Boris e S.Gleb. Santi nati a Kyev, fondanti la Russia e condivisi dalla chiesa ortodossa e cattolica
San Vladimir
Etimologia: Vladimiro = colui che possiede o domina la pace.
Figlio del principe Svjatoslav, nel 970 succedette al padre a Novgorod mentre i fratelli Jaropolk e Oleg succedevano rispettivamente a Kiev e nella regione di Drevljan. Coinvolto nella contesa tra i due fratelli, nel 977 Vladimiro passò in Scandinavia. Ritornato in Russia conquistò Kiev (980) e, eliminato Jaropolk che aveva sconfitto il fratello e preso il suo territorio, si fece proclamare principe di tutta la Russia. Regnando sul vastissimo territorio dai laghi del Nord alla steppa, dall'incerta frontiera occidentale al Volga, Vladimiro si trovò impegnato continuamente in guerra contro i popoli confinanti. Sotto di lui il principato di Kiev conobbe il periodo più brillante della sua storia, anche se lo stato era lontano dall'essere fondato su sicure basi e dal possedere un'adeguata organizzazione unitaria. Di fondamentale importanza per lo stato russo e per la civiltà dell'Europa orientale furono la conversione di Vladimiro al cristianesimo (988) e le sue nozze con la principessa bizantina Anna, sorella di Basilio II e di Costantino VIII: la Russia divenne una provincia ecclesiastica del patriarcato bizantino, aprendosi da allora all'influenza della civiltà di Bisanzio. All'alba del Terzo Millennio il papa San Giovanni Paolo II ha incluso il nome di San Vladimiro, già venerato dalla Chiesa Ortodossa Russa, nel Martirologio Romano.
Santa Olga
Etimologia: Olga = di buona salute, dal tedesco; santa, dallo scandinavo
Pskov, Russia, 890 circa – Kiev, Ucraina, 969
Nel giorno di san Benedetto, patrono d'Europa, la Chiesa ricorda anche Olga, tra i primi santi russi inseriti nel calendario cattolico. È considerata l'anello di congiunzione tra epoca pagana e cristiana. Nacque nell'890 nei pressi di Pskov da un capo variago, popolazione di origine normanna. Era traghettatrice sul fiume Velika, quando conobbe il principe Igor Rjurikovic, che la sposò. Morto questi divenne reggente di Kiev. Si convertì al cristianesimo nel 957. Il nipote san Vladimiro sarebbe stato il "battezzatore della Rus'". Tenne contatti con Costantinopoli. Morì quasi 80enne nel 969. All'alba del Terzo Millennio il papa San Giovanni Paolo II ha incluso il nome di Santa Olga nel Martirologio Romano.
Santi Boris e Gleb
Etimologia: Boris (Bernardo, nelle lingue slave)
Principi russi, figli di Vladimiro il Santo gran principe di Kiev. Furono fatti uccidere in giovane età, nel 1015, dal fratello maggiore Svjatopolk il Maledetto, succeduto al padre e desideroso d'assoggettare al proprio dominio tutte le terre russe levando di mezzo ogni possibile rivale. I due fratelli martiri furono presto canonizzati dalla Chiesa russa, di cui sono i due primi santi nazionali. All'alba del Terzo Millennio il Papa San Giovanni Paolo II ha incluso i nomi dei Santi Boris e Gleb nel Martirologio Romano.
Emblema: Palma
La pace
Anche Gesù visse in tempi di violenza. Egli insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc.7,21). Ma il messaggio di Cristo, di fronte a questa realtà, offre la risposta radicalmente positiva: Egli predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr.Mt.5,44) e a porgere l’altra guancia (cfr.Mt.5,39). Quando impedì a coloro che accusavano l’adultera di lapidarla (cfr.Gv.8,1-11) e quando, la notte prima di morire, disse a Pietro di rimettere la spada nel fodero (cfr.Mt.26,52), Gesù tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia (cfr.Ef.2,14-16). Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori».
Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza. Essa – come ha affermato il mio predecessore Benedetto XVI– «è realistica, perché tiene conto che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà. Questo “di più” viene da Dio». Ed egli aggiungeva con grande forza: «La nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità. L’amore del nemico costituisce il nucleo della “rivoluzione cristiana”». Giustamente il vangelo dell’amate i vostri nemici (cfr.Lc.6,27) viene considerato «la magna charta della nonviolenza cristiana»: esso non consiste «nell’arrendersi al male [...] ma nel rispondere al male con il bene (cfr.Rm.12,17- 21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia».
Dal discorso di Papa Francesco per la giornata della pace del 1 gennaio 2016
Preghiera di S.Francesco d’Assisi
Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza. Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere. Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché è dando, che si riceve;
perdonando che si è perdonati;
morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen