Oggi si è tenuta la presentazione della mostra "Ce n’è di stoffa", una straordinaria esposizione dei manufatti realizzati dai detenuti e dalle detenute della Casa Circondariale di Trieste. Questa mostra nasce da un percorso pensato per valorizzare le capacità individuali e favorire l’integrazione sociale e lavorativa delle persone coinvolte.
L’obiettivo dei progetti presentati è quello di stimolare le abilità di ciascuno, incoraggiando i partecipanti a immaginare, progettare e realizzare opere uniche. Un esempio è rappresentato dai corsi di tappezzeria, sartoria e falegnameria, organizzati da EnAIP FVG nella sezione maschile, dove i detenuti hanno acquisito competenze specifiche creando i telai e i tessuti esposti. In parallelo, nella sezione femminile, Annalisa e Cinzia della Comunità di San Martino al Campo hanno guidato un percorso in cui l'entusiasmo del volontariato e la determinazione delle donne si sono intrecciati, dando al tempo della detenzione un valore positivo e riabilitativo.
Questi progetti sono sostenuti e valorizzati da Paola Stuparich, direttrice di EnAIP, che sottolinea l'importanza di offrire percorsi che, oltre alla riabilitazione, coltivino rapporti sociali e l'autostima, contrastando così il pericolo dell'isolamento. Purtroppo, le statistiche mostrano come la mancanza di socialità possa avere gravi conseguenze. È fondamentale, dunque, che la pena non sia solo una punizione, ma anche una concreta occasione di riscatto e reintegrazione.
"Ce n'è di stoffa" è la testimonianza del potere trasformativo di questi percorsi, dove il tempo trascorso diventa un investimento sul futuro e sulla dignità di ogni persona.